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Immagine del redattorealessandro felis

Galup e Ruchè, piemontesi nell’anima


Tra i tanti eventi enogastronomici cui ho partecipato negli ultimi giorni, due mi sono particolarmente rimasti impressi perché inerenti nomi cui sono particolarmente legato, anche per legami sentimentali: il marchio Galup e il vino Ruché.

 

PIACERI QUOTIDIANI è la nuova gamma di proposte golose dell’azienda pinerolese, da sempre sinonimo di panettone. Una tavolozza di biscotti che si possono degustare sin dalla colazione con un’inedita novità: il Croccante alla nocciola con granella di nocciola e con granella di pistacchio, già proprio la glassa, quella che caratterizza il panettone Galup, diventa godurioso biscotto, invitante da non poterci resistere nemmeno un attimo.

 

“Oggi, la nostra scelta di prodotti da forno si arricchisce di lievitati e biscotti che rinnovano la tradizione dolciaria Galup e, al tempo stesso, ne conservano il sapore familiare. Potremo così condividere con i nostri consumatori quei momenti che rendono ogni giorno un giorno speciale e l’attesa delle festività più piacevole. Al risveglio, durante una pausa o alla fine di una cena, Galup è sempre un dolce piacere” – ha dichiarato Elisa Mereatur – Responsabile Marketing dell’azienda.

 

I ricordi mi riportano a Macario che era protagonista della “réclame”, come si diceva una volta, del panettone Galup, ma il presente mi suggerisce un episodio che mi sarà difficile dimenticare. Uscito dalla bottega di via Andrea Doria, dotato di borsa logata con tanto di nome e l’accattivante veste grafica con due bambini allegri e vestiti in abiti d’altri tempi, mi incammino per le vie torinesi. Passando davanti a un bar, un simpatico vecchietto seduto a un tavolino, mi apostrofa e guardando il dolce sacchetto, gli occhi vispi forse un po’ lucidi, mi racconta “mi tornano in mente la mia famiglia, i miei genitori, era il nostro dolce delle feste”. Niente di più bello poteva essere detto in merito.

 

Galup Store Torino

Via Andrea Doria, 7 - Torino

 

Pochi giorni prima, il 9 aprile per l’esattezza, era stato il vino, a riempire una mattinata che sarebbe stata una delle tante uggiose di questa poco gratificante primavera. Nella fascinosa ambientazione dello spazio Musa, si era svolta la presentazione della vendemmia 2023 del vino simbolo di Castagnole Monferrato: “Il Ruchè siamo noi: anteprima ultima annata”. Dieci campioni rigorosamente anonimi dell’ultimo millesimo, in degustazione, e le postazioni di una decina di produttori che proponevano le etichette delle annate precedenti. Un tuffo nel mondo di questo stupendo nettare piemontese che estrinseca sentori floreali, con rosa e violetta che possono diventare inebrianti. Padrone di casa era Franco Cavallero titolare della Cantina Sant’Agata e presidente dell’Associazione dei Produttori del Ruchè che associa 17 cantine dei sette comuni della denominazione di origine controlla e garantita: Castagnole Monferrato, Montemagno, Grana, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.  

 

E fra i banchi di degustazione era stata allestita una galleria urbana con 13 artisti di Artàporter, una simbiosi ideale tra viticoltori e artisti.                                                                             

 

Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato Docg





 

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