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Vermouth Tetti Battù, doppio brindisi col Chardonnay

  • Immagine del redattore: alessandro felis
    alessandro felis
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Conosco la famiglia Cometto da quando si è lanciata nell’avventura gastronomica con l’apertura di Opera. Come si suole dire, l’appetito vien mangiando, ed Emanuele, capo famiglia geniale e sempre in cerca di nuovi stimoli, negli ultimi anni si è anche lanciato nel mondo del vino. Il fascinoso casolare in cui vivono, ritrova l’essenza della cascina e l’architetto, sempre più multitasking, si è immerso nell’enologia con la produzione di Chardonnay che, frutto dei tempi, non poteva che diventare anche base di vermouth. Siccome a casa Cometto le cose si fanno bene o non si fanno, due sono i vini aromatizzati che nascono dall’uva originaria della Borgogna. Uno bianco e uno rosso, ça va sans dire.


Alcune settimane fa, prima di Pasqua per l’esattezza, eccomi varcare, dopo parecchio tempo, la soglia dell’elegante enclave gourmet di via Sant’Antonio da Padova. Parlerò prossimamente delle proposte di Stefano Sforza, oggi vorrei focalizzare su una breve, troppo breve per via del tempo che manca sempre, pausa pranzo che era un ritrovarsi tra amici con Emanele, la moglie Monica e il figlio Antonio, padrone di casa. Quei momenti dove, poco importa, quello che succede intorno, contano le persone; un intervallo nella giornata lavorativa, attorniato da simpatia, amicizia e risate. I due vermouth di Torino Tetti Battù coronavano questo incontro, dopo parecchi anni di mia latitanza, e mi permettevano di scoprire due realtà uniche e imperdibili.



Chardonnay alla base di entrambi, 100% per il bianco e 85% per il rosso. Freschezza, morbidezza, bell’equilibrio per il primo che vede spiccare le note agrumate con richiami alle erbe aromatiche e balsamiche. Più complesso, con note amaricanti e speziate più marcate, il secondo, che diventa compagno di meditazioni serali con cioccolato fondente o mix di frutta secca esotica da sgranocchiare. Il bianco, con la stagione estiva alle porte, con ghiaccio e scorzetta d’arancia d’ordinanza, illuminerà aperitivi e perché no leggeri piatti estivi quali un’insalata di gamberi con arance e menta. Mi verrebbe da definire queste due declinazioni aromatizzate dell’uva Chardonnay: gastronomiche perché se sono sicuramente piacevoli da gustare da sole, abbinate ad alcuni piatti, studiati ad hoc, diventano prelibate raffinatezze da intenditori. Lasciamo a Stefano la creatività e l’inventiva e magari, in una prossima visita che spero, vicina nel tempo, sperimenteremo.


Emozionante ed intrigante, il mondo del vermouth, di cui sono da sempre sostenitore, ancora prima che la moda portasse tutti alla sua corte, ha due nuovi figli che, come tutto quanto nasce dai Cometto è intriso di passione, savoir-faire ed eleganza.

 

 

Opera

Via Sant’Antonio da Padova, 3 - Torino










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Alessandro Felis

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