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Alessandro Felis

Il vino che sgorga dalle...pietre!


Sin dal nome che in Piemontese indica un vigneto, un piccolo appezzamento vitato, L’Autin annuncia il forte, indissolubile legame con il territorio. La zona, dominata dal Monviso, sorge ai confini tra le province di Torino e Cuneo e lungi dal perdere la propria identità, ne acquisisce una forte, marcata, individuale, solida come le pietre di Luserna che sono il marchio di questa terra e che segnano anche la vita di Mauro Camusso, titolare della cantina.

Di formazione agronomo, viene portato al mondo della lavorazione delle pietre dalla moglie Maura Beltramo che gestisce l’azienda di famiglia. Cave, lastroni e blocchi di gneiss lamellare diventano il pane quotidiano, la principale attività ma il vino scorre pur sempre nelle sue vene e nel 2010, nasce la Cantina. Cavatore e viticoltore, le due attività che tutti hanno sempre abbinato, ai piedi di queste montagne; il vino era quello per il consumo famigliare e raramente era venduto. Ma Mauro ha le idee chiare, recuperare vigne e vitigni del posto, assicurarsi la collaborazione di rinomati enologi e produrre vini la cui eleganza diventa il biglietto da visita di una tradizione centellinata in ogni sorso ma con lo sguardo rivolto al futuro.

Le uve autoctone sono la trama di una gamma che più completa non si può. Possiamo dire senza rischio di contraddizione che tutte le tipologie di vino sono presenti: bianchi, rossi, rosati, spumanti e passito. La scheda di ogni vino, presente sul sito, anticipa la degustazione ma alcune parole devono essere assolutamente spese sul Metodo Classico Eli Brut, vinificato sia in bianco che rosato. Chardonnay, Pinot nero e un 10% di uve locali per il primo, solo Pinot nero in purezza per il secondo e l’unicità della presa di spuma nelle gallerie delle miniere di talco della Valle Germanasca. Ed Eli è dedicato a Elisa, figlia diciannovenne dei coniugi Camusso, forse per avvicinarla al magico mondo delle bollicine e del vino?

Quanto al passito, figlio della Malvasia Moscata, sin dal naso sprigiona inebrianti profumi di frutta matura che riconducono a nettari nati sotto il sole del Mediterraneo e non all’ombra delle Alpi; in bocca avvolge e come un’onda setosa accarezza il palato. Il nome, Passi di Gio, riporta a Giorgio, cugino e compagno di avventura di Mauro, che ha lasciato troppo presto questo mondo ma, la cui presenza, è più che mai sentita come lievi orme che sfumano in vigna.

E già Mauro pensa ad altri obiettivi, a nuovi o meglio antichi vitigni da riproporre e che presto, sappiamo di poterci contare, saranno vinificati per originare altre ineguagliabili etichette che racconteranno nuove storie degli uomini che vivono e lavorano in questo lembo di terra così particolare, così unico.


L’Autin

Via Sant’Agostino 40

Barge (Cn)

Tel: 0175.34.62.71

www.lautin.it – info@lautin.it

Grazie per i Crediti Fotografici a José Citro e a Francesco Beccaria, per il grappolo di Nebbiolo.

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