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  • Alessandro Felis

Il Barolo: quello vero…


Avevo incontrato la famiglia Molino a uno degli innumerevoli – ormai troppi – eventi organizzati a Torino a tema viticolo. Un giro veloce nello spazio espositivo, poche degustazioni degne di nota e poi una vera chicca che mi aveva rallegrato la giornata: il banchetto della famiglia Renato Molino di La Morra. Due tipologie di Barolo ma soprattutto la consapevolezza di avere assaggiato quel caro piemontese austero, un po’ rude forse ma quanto mai figlio della Langa e del lavoro dei suoi uomini e donne. Si entra subito in sintonia e la promessa è quella di passare quanto prima in azienda.


A essere sinceri, sono passati molti mesi, complici i molti impegni e la scorsa settimana, eccomi varcare il cancello dalla vecchia casa di campagna appoggiata sul versante della collina, come accovacciata sotto il Relais Arborina che sembra vegliare su questo scrigno di enologia d’antan. Renato con la moglie Maddalena e due della quattro figlie – Chiara e Grazia – aprono e raccontano il loro mondo. Le due sorelle - laureate in Medicina Chiara che prosegue la specializzazione in psichiatria e Matematica e Scienze Naturali, Grazia – sono ancorate a questa terra, alle uve e trasmettono la loro passione. La prima è anche l’enotecnico di famiglia; tanto per la cronaca le altre due rampolle di casa Molino, Lucia e Olimpia, rispettivamente ingegnere e architetto si occupano saltuariamente dell’attività impiantata dal bisnonno Luigi.


La passeggiata tra i filari, alle tre del pomeriggio, quasi non fa sentire il sole che picchia, tanto è bello scoprire questi filari, in posizione strategica – Rocche dell’Annunziata – dove maturano le uve Nebbiolo che diventeranno nettari indimenticabili. La vista è mozzafiato, il verde dei vigneti è interrotto solo dai bricchi dai castelli di Grinzane, Serralunga, Roddi e tanti altri. Renato, alla faccia dei Gps, illustra con solerzia di dettagli ogni zona, appezzamento, proprietà e in un’inebriante esposizione racconta la storia del Barolo e di coloro che lo producono.


Si va poi al fresco della minuscola cantina dove serbatoi, botti e bottiglie si alternano. E si degusta! La prima emozione è il 2018, spillato dalla botte, al naso esplodono rosa e violetta e in bocca seduce, così giovane, ha appena iniziato il percorso di affinamento ma già così convincente, oserei quasi dire già pronto per qualche bevuta estemporanea. Non vedo l’ora che arrivi il 2022 perché diventi Barolo ed esprima la sua potenza. Il 2015, appena messo in commercio, offre già grandi sensazioni, con buona morbidezza di tannino e le sensazioni di rosa e frutti maturi – mora e ciliegia – che dominano il gusto. Si chiude con il 2012, le sue note evolute e quella sommessa potenza che solo un grande discendente di queste vigne può permettersi. In merito all’affinamento si fa in botte grandi e solo una piccola parte in barrique usate, arrivate all’ultimo passaggio, che non inficiano minimamente le caratteristiche varietali né tantomeno l’anima del luogo che si evidenzia in queste bottiglie dove, anche le etichette bicolori, sono disegnate in casa.

Az. Agr. Renato Molino

Frazione Annunziata, 26 – La Morra (Cn)

Tel: +39.0173.61.51.50

www. renatomolino.it – molinorenato.vini@gmail.com

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