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Il ragazzo terribile della Valanga Azzurra

Immagine del redattore: alessandro felisalessandro felis

Sapevo del grande amore di Augusto Grandi per la montagna, mi aveva detto della sua amicizia con Giuliano Besson ma, non immaginavo che la presentazione della sua nuova fatica letteraria mi avrebbe coinvolto tanto da iniziare a sfogliare il libro appena tornato a casa.

 

L’espressione “Valanga Azzurra” è stata coniata dopo lo slalom gigante di Berchtesgaden del 7 gennaio 1974.  Cinque italiani ai primi cinque posti: primo Piero Gros, secondo Gustav Thoeni, terzo Erwin Stricker, quarto Helmut Schmalzl e quinto Tino Pietrogiovanna. Un’impresa che, dopo 50 anni, non è mai stata ripetuta. Nel gruppo che componeva questa fantastica squadra c’erano anche Stefano Anzi e Giuliano Besson. Quest’ultimo, il compagno di Augusto nella stesura del libro, il “ragazzo terribile della Valanga Azzurra” aveva capito, sin dai primi passi, che per creare un team di campioni al di sopra della media bisognava anzitutto creare una squadra coesa tra i suoi componenti. Il valsusino diventava il collante di un team dove si parlava italiano e tedesco e anche, a tavola, ad esempio, si creavano gruppi “affini” senza cercare di amalgamarsi e creare coesione.

 

Giuliano e Augusto si alternano nella presentazione ed evocano situazioni, raccontano episodi e aneddoti che diventano ghiotte novità per coloro che, come il sottoscritto, avevano solo sfiorato questa fantastica avventura sciistica.

 

Vengono poi gli anni della squalifica per Stefano e Giuliano, i due sciatori amici; disavventura che, prima della riabilitazione, li vede però rompere con lo sport agonistico per lanciarsi in un’altra sfida, imprenditoriale questa volta, che vede la nascita del marchio di abbigliamento sportivo Anzi Besson. Un riferimento nel settore.

 

Quante vittorie avrebbero portato a casa i nostri due non lo sapremo mai, ma i successi dei loro traguardi commerciali parlano da soli e soprattutto la primizia e soddisfazione di avere contribuito, con la loro esperienza sulle piste, alla realizzazione di abbigliamento adattato alle competizioni.

 

Con la complicità dei giornalisti dell’epoca, presenti in sala, pensionati ma lucidissimi nei ricordi, la presentazione del libro diventa un’arricchente testimonianza di un periodo magico che viene in parte ripercorso con la penna graffiante di Augusti Grandi.

 

Un piccolo regalo natalizio, che si può acquistare anche dopo la Feste, indispensabile per gli amanti del sci e della montagna ma, anzitutto, una bella storia italiana di agonismo, gioventù e amicizia da consigliare, assolutamente, anche a coloro che sanno poco degli sport invernali. Lo spaccato di un’epoca che non c’è più.

 

 

Giuliano Besson,

il ragazzo terribile della Valanga Azzurra

Augusto Grandi

Cicles




 

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