Il quartiere San Donato mi è sempre piaciuto, non lontano dal centro, elegante ma discreto, come lo deve essere un torinese. Case d’epoca, strade dove il posteggio non è così difficile e tante belle attività commerciali, tradizionali, con un’anima propria senza lo spiegamento delle numerose insegne frutto della globalizzazione e del franchising. Questo non significa che i segni della città che evolve e scruta altrove non ci siano. E lo sguardo a Oriente ci porta diretti al 52/d di via Cibrario, in un locale presentato come “asian food” ma con forte accento cinese, come i titolari Andrea Yu e la moglie Melissa. Andrea e Melissa cinesi? Certo, anche se Andrea, originario di Yuhu, nella regione montuosa dello Zhejiang, è nato a Torino e quindi il suo nome è “originale” mentre la compagna di vita e lavoro ha adottato il nostro dolce e romantico Melissa al posto del suo bel Weiwei. Nome onomatopeico predestinato dato che si attiva, sempre sorridente ed efficiente, dalla cucina ai tavoli?
Scordatevi lo stereotipo dei propinatori di cibi esotici raffazzonati alla meno peggio e l’immersione a mo’ di bagno in friggitrice con l’unto che trasuda dagli abiti e segna il post pasto al cinese. Due salette anteriori raccolte e una più ampia per ospitare anche una quarantina di coperti. Moderno, semplice, di buon gusto, con le bacchette in legno usa e getta e la proposta, immediata, delle posate convenzionali per chi ha poca dimestichezza con i bastoncini che, con un po’ di pratica, permettono di gustare al meglio il cibo orientale. Immaginate un grande vino senza il calice adeguato? Un Barolo in un bicchiere di vetro spesso senza stelo? Ecco, sarebbe come avvicinarsi a un riso al curry – peraltro squisito - con la forchetta? Quindi, un consiglio, se riuscite, usate i “mezzi di bordo”, nessuno vi rimprovererà se non sarete abili prestigiatori, col tempo e l’esperienza diventerete bravini e l’esperienza etnica – in terra sabauda – sarà perfetta.
La carta seduce subito perché si discosta dalle liste standard che, come banali fotocopie, con decine di piatti, siamo abituati ad incontrare ovunque. Una adeguata selezione di proposte e alcune formule di menu che a pranzo vanno dagli 8 ai 12 euro, caffè e acqua microfiltrata Essenza compresi. I ravioli al vapore sono la specialità della casa e la degustazione ne comprende 8 di diversi colori e ripieni, serviti nel cestino di bambù della cottura a vapore. Buoni e la pasta ha la giusta consistenza, non quella gommosità troppo spesso scambiata per tipicità. Oltre al conosciuto involtino primavera, da assaggiare assolutamente quello vietnamita o nem servito con lattuga e menta. E poi ordinate il riso o la pasta con la pietanza, sono dei contorni che sostituiscono il pane, solo noi italiani usiamo la divisione in primo e secondo. Eccelsi i gamberoni nella pentola di fuoco con fornellino posto in centro al tavolo e leggeri e digesti i calamari in tempura. I la mian sono da provare: pasta che si accompagna a pesce, carne e/o verdure. Al dessert, il gelato deve essere di rosa, limone o sesamo oppure all’insegna del connubio sino-italiano, un godurioso matchamisù - servito in burnia - con il tè verde a sostituire il caffè. Gli ortodossi accompagneranno il tutto con un tè, ideale quello al gelsomino, o una birra Tsingtao. Ma per gli irriducibili del vino, la cantina è breve ma autorevole: Cascina Chicco, Donnafugata, Livio Felluga e Prunotto tra le etichette di rilievo. I prezzi sono adeguati a una tavola che permette un approccio serio a una cucina che troppe volte, da noi, è bistratta e vista come proposta di serie B. Bravi Melissa e Andrea, ambasciatori gourmet della loro terra! Chiuso il lunedì.
Mood
Via Cibrario, 52/d - Torino
Tel: +39. 011. 43.78.186
moodasianfood@gmail.com