Il settore agricolo, dall’esterno, è visto come statico, troppo legato alla tradizione, agli usi e costumi, poco aperto all’innovazione. Gli anziani sono sicuramente restii agli stravolgimenti – chi non lo è? – ma negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da giganti e droni, GPS per trattori, laser e robot in stalla fanno parte dell’attualità degli agricoltori che mi piace ancora chiamare contadini, come letto alcuni giorni fa sul biglietto da visita di un viticoltore.
Organizzata con cura e attenzione, la giornata divulgativa per giornalisti della scorsa settimana prevedeva la scoperta del laboratorio di analisi dell’Associazione Allevatori Regionale, preceduta dalla visita a una stalla che non amo chiamare modello ma “non convenzionale” così come proposto da Luciano Comino, titolare insieme al fratello Mauro e alla cugina Ilaria.
Circa 400 frisone in lattazione per un totale di più di 700 capi per un’azienda che ha deciso di rompere gli schemi e guardare avanti. I giovani conduttori, forti di studi in agraria e specializzazioni in alimentazione, non transigono e ribaltano quanto si faceva e molti fanno ancora oggi. Oltre alla costruzione del fabbricato che alloggia gli animali costruito con criteri moderni, con cuccette dagli spazi adeguati a seconda dell’età degli animali e dello stato di gestazione, il perno del progetto aziendale è l’alimentazione. Luciano sottolinea, e non è un’ovvietà per molti, che si allevano ruminanti, animali che necessitano anzitutto di fibra e quindi come pensare a fornire loro una razione giornaliera dove i foraggi siano in quantità minore ai concentrati? Ben venga quindi una percentuale di 60 a 40 e non l’inverso come troppo spesso verificato. Per chi non è del settore, pensiamo ai concentrati come mix ipercalorici che danno energia agli animali.
I 120 ettari di terreno sono anche stati adeguati ai nuovi standard imposti dai fratelli illuminati: diminuisce il mais, coltivazione depauperante per antonomasia e forte consumatrice d’acqua, crescono loietti, medica e nelle rotazioni arriva l’azoto rilasciato dalla leguminosa. Si torna all’ABC delle rotazioni, evviva l’agricoltura che ragiona!
Si è potuto inoltre valutare l’esemplare livello qualitativo del trinciato stoccato nelle trincee. Indispensabile l’impianto di separazione delle deiezioni che produce materia secca che ritorna come lettiera.
Dopo un apprezzata pausa ristoratrice al Nuovo Zuavo di Cuneo, gradevole trattoria del centro che mi riprometto di andare a visitare, con più tempo, quanto prima, si passa al Laboratorio in frazione Madonna dell’Olmo. Accompagnati dal presidente e dal direttore dell’ARA si scopre quanto sta dietro alla sicurezza dei prodotti che consumiamo quotidianamente. Più di 1.500.000 controlli sul latte all’anno! Ogni capo bovino è controllato mensilmente e vengono effettuate analisi chimico-fisiche e sui parametri di qualità. Vi è poi il settore per i controlli microbiologici sui prodotti destinati al consumo umano ma anche quello sugli alimenti zootecnici, per gli animali quindi. Aggiungiamo ancora la diagnostica clinica per tutte le specie allevate (mono e poligastrici) e abbiamo un’idea della mole di lavoro svolta in loco. Sottolineo ancora che l’Associazione Allevatori, organismo privato che usufruisce anche di contributi pubblici, svolge consulenza in toto per le aziende, dall’alimentazione al marketing.
E per noi consumatori? Una garanzia di controlli che rientra in questo sistema Italia che ci vede primeggiare a livello non solo europeo ma mondiale per la sicurezza alimentare. Non scordiamolo quando acquistiamo, leggiamo l’etichetta e il “made in Italy” è quanto mai giustificato! Sulla salute non si scherza.
Laboratorio Unico ARAP
Via Torre Roa, 13
Madonna dell’Olmo - Cuneo Tel: +39. 0171.174.03.59
cuneo@arapiemonte.it
Lembo Farm
Via Pasquero, 33
Rocca De’ Baldi (Cn)