Anche quest’anno, per chi scrive, Terra Madre Salone del Gusto è stata una presenza, quasi ininterrotta, di 5 giorni al Parco Dora, a presentare eccellenze del territorio torinese, vini in primis. Nei momenti (pochi) liberi, era d’uopo compiere qualche golosa incursione in alcuni altri stand per assaggiare, acquistare ma soprattutto incontrare persone con la stessa passione, scambiare impressioni e conoscere realtà diverse.
Il primo giorno della rassegna, alle 10 del mattino, prima ancora di raggiungere lo stand della Camera di commercio di Torino, un gradito invito, mi faceva sostare allo spazio della Carinzia e fare la prima immersione alla scoperta (o meglio riscoperta, in questo caso), di una terra dalle mille risorse.
Slow Food Carinzia è un consorzio di partner che con impegno si dedicano a una cultura del cibo sana e consapevole e che vogliono intraprendere una nuova via verso la sostenibilità e il gusto di cibi e sapori pregiati. Riscoprire antiche ricette, preparare delizie gastronomiche in armonia con la natura, produrre alimenti sostenibili e vivere una cordiale convivialità sono valori fondamentali, oltre al gustare consapevole con lo sguardo rivolto al futuro.
Alcuni dei protagonisti incontrati e le loro eccellenze: lo speck della Valle Gailtal DOP presentato da Hans Steinwender (www.lerchenhof.at); Leopold Feichtinger, per il Presidio della pera secca Kletzen (https://echtkrass.at); Margit Holzer e l’aglio nero della valle Lavanttal (www.holzer-austria.com); Claudia Sackl, Karin Hinteregger e Christoph Weinberger con il Presidio della pecora plezzana (https://echtkrass.at) , Glawischnig Gudrun e Jakob, Josef Hirm con il Presidio del grano saraceno (www.hadn.info) e Georg e Sem Lexer, viticoltori (https://leiten.eu).
Impossibile non soffermarmi sulla cantina che coltiva circa 10 ettari di vigneti coltivati a Chardonnay, Sauvignon blanc, Pinot grigio, Zweigelt e Pinot nero. Dal 2019 vengono coltivati anche circa 1,5 ettari di varietà resistenti ai funghi (Satin noir, Sauvignier gris, Sauvignac e Muscaris). Un Traminer naturale mi ha gradevolmente sorpreso, soprattutto al naso e fatto ricredere (in parte) su questa tendenza che non sempre produce vini dalle qualità organolettiche indimenticabili.
Il primo dei tanti brindisi di Terra Madre, con la genuinità di una terra che in pochi minuti conquista. Con sorrisi, cortesia, un po’ di italiano e di inglese, il primo impatto con l’edizione 2024 della rassegna torinese che porta il mondo del gusto in città è di quelli che non si dimenticano. Piccole degustazioni che lasciano il segno e invogliano alla visita in loco.
Auf wiedersehen !
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