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  • Immagine del redattorealessandro felis

Bello ritrovarsi al Turin Palace Hotel!

Quando nel 2015 avevo riaperto il Turin Palace avevo scritto che i Torinesi ritrovano il “loro albergo”. Dopo anni di lavoro la città si era vista restituire un pezzo della sua storia, dei suoi ricordi, di tante serate di gala, di eventi che in qualche modo avevano visto molti di noi oltrepassare l’uscio di via Sacchi 8. Alcuni giorni fa, dopo la pausa forzata degli ultimi mesi,

una volta ancora ci siamo riappropriati di questi spazi che sento sempre più miei.

Con la gestione della famiglia Marzot, la torinesità del luogo ha aggiunto accenti milanesi, innovazione, sorrisi e quell’apertura che, sempre con rispetto e rigore come si addice a noi “nordici” significa più calore nell’accoglienza. L’invito per scoprire un menu dedicato ai panini, viene accolto con entusiasmo. La condivisione tra amici di questo momento mi piace. Parliamo della forma di pasto più semplice, sicuramente quella più intrisa di ricordi, la nostra merenda da bambini, i picnic in famiglia, la pausa pranza veloce e quel piacere di addentare il pane – dimenticate le forchette – con le mani, ricordando che si usa dire “che solo con le mani si arriva veramente all’anima del cibo”.

Giovedì 17 settembre anche il meteo è con noi: la fascinosa terrazza abbracciante un panorama mozzafiato dalle Alpi alla Basilica di Superga è riscaldata da un caldo sole settembrino. Un’autentica coccola con le brigate di cucina e di sala al completo che diventano una grande famiglia felice di ritrovarsi, stare insieme e proporre panini creati e dedicati ai singoli membri dello staff. Una firma che trasmette ulteriore messaggio dal cuore, dalla passione: pane e farciture da proporre e gustare con amici, in modo disinvolto, senza formalismi. Di sicuro, non solo con il palato.

Questi panini della rinascita nati dall’incontro con la Fondazione Accademia del Panino Italiano, dai tanti significati, sono un inno all’italianità. Vorrei evidenziarne solo uno, anche se tutti meritevoli di attenzione gastronomica, il “Sogno di Beppe”, il panino che riporta alle origini calabresi dello chef, Giuseppe Lisciotto: ‘nduja di Spilinga, provola silana leggermente fusa, melanzane fritte a fette e insalata lollo. Dai ricordi d’infanzia, alle madeleines proustiane – non a caso danno il nome al ristorante – passerei all’ossimoro gastro-goloso. Dal timido, apparentemente schivo giovanissimo capocuoco arriva un’esplosione in bocca che non ti aspetti, che sorprende, aggredisce le papille, stimola per poi placarsi e lasciarti soddisfatto, desideroso di un altro boccone e un altro ancora per poi rimanere quasi deluso quando il piatto rimane vuoto. Complice di questo momento di intenso benessere fisico e mentale l’abbinamento con un rosso corposo, Terre di Cosenza Doc Pollino Magliocco della Masseria Falvo, che associa territorio e sensazioni organolettiche impagabili. Chapeau!

Vorrei citare tutti gli amici del Turin, ma temendo di dimenticarne qualcuno li accomuno in un abbraccio caloroso, per ora solo virtuale, di ringraziamento per questi panini dai forti significati. Un ricominciare dalle origini, quando nasce il termine compagno, colui con cui si divide il pane, segno indelebile e indissolubile di amicizia e vicinanza.

Les Petites Madeleines (Turin Palace Hotel)

Via Sacchi 8 – Torino




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