Fermata obbligatoria!
- alessandro felis

- 30 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Non sono un gran frequentatore della montagna e conosco poco le Valli di Lanzo. Incipit peggiore per un articolo su un locale ubicato nelle alture torinesi, sembrerebbe non esserci, invece è esattamente il contrario perché fin da quando mi parlavano di Forno, della Fermata, la curiosità mi stuzzicava e, proprio, il fatto di non essere mai stato in quelle terre, era un ulteriore stimolo ad andarci.
Avevo conosciuto Elena Patrocinio, padrona di casa della dimora che mi avrebbe ospitato, da tempo, a Torino e, insieme a Simone Collio, il suo giovane chef, avevamo collaborato a eventi organizzati nell’ambito del progetto Mangé Bin di cui sono parte attiva, spesso coinvolto in occasioni di manifestazioni di portata nazionale e internazionale. E così la scorsa settimana, parto da Torino per raggiungere la meta alpina con tanta curiosità e un pizzico di preoccupazione: tutti mi dicevano, non puoi sbagliare strada, arrivi fino alla fine della strada e poi trovi la montagna, non puoi andare oltre. L’idea di questa “strada senza uscita” con la roccia che sbarra il cammino, non mi convinceva, mi metteva un po’ d’ansia. Man mano che mi avvicinavo, con l’aiuto di una giornata stupenda, un sentimento di gioia mi pervadeva e scacciava i dubbi. Attraversando tanti piccoli borghi che si ergevano sui due lati del nastro d’asfalto, quella che credevo una valle desolata si dimostrava viva e frequentata da molti turisti, villeggianti sarebbe meglio dire, questi sono i luoghi che rappresentano al meglio quella che una volta, era la vacanza per eccellenza, il trasloco delle famiglie in seconde case e pensioni, per godere dell’aria pura e di una cucina sana e robusta. Si villeggiava e non si conoscevano ancora le vacanze caraibiche o comunque i lidi esotici, lontani da casa.
La Locanda Fermata Alpi Graie inaugura nel 2014 e nasce dalla passione di Elena, architetto, e del marito Pasquale, anche lui attivo nel settore edilizio. Una villa d’epoca, progettata dal pittore Giuseppe Sobrile. perfettamente integrata nella natura circostante, in un pianoro arioso, aperto, con la montagna che domina, discreta e rassicurante; da sogno diventa la nuova realtà dei due coniugi che mettono in pratica la loro arte per la ristrutturazione e iniziano la nuova avventura. Da due anni, ai fornelli, c’è Simone, giovane bresciano, arrivato in valle dove viveva uno zio. Ci è rimasto per amore e, ora, è saldamente ancorato a un lavoro dove poteva, solo all’apparenza, sembrare un pesce fuor d’acqua. Invece, come dice lui, il non essere piemontese gli permette di creare e staccarsi dal rigore della tradizione culinaria. Non volendo rischiare di interpretare in modo errato i nostri piatti, opta per la creazione nel rispetto degli ingredienti locali. Lui stesso chiosa “meglio l’ispirazione che la riproduzione” e nascono, così: la panna cotta alla bagna caoda - antipasto copioso, tanto da potere essere un secondo o un piatto unico -, la tartrà alla fonduta e gli insuperabili plin ripieni di Blu di Lities e composta di pere al cardamomo. Poche portate e quindi la garanzia di prodotto fresco, fatto sul momento e sfumature, accenti moderni che spennellano luce in una giornata vintage, dove si ritorna alle origini, vivendo in un’atmosfera d’antan.
Molto interessante la degustazione a 55 euro con 7 portate e 3 calici di vini. Cinque camere con tutti i confort completano un’offerta dove molta attenzione è data all’accessibilità. Sempre meglio prenotare, aperto da giugno a settembre.
Oggi si parla tanto di confort zone, preferisco dire che Fermata Alpi Graie e la sua valle sono uno scrigno dove potere respirare l’aria di una volta con le materie prime attualizzate, foriere di ricette moderne nella presentazione e la realizzazione, concrete e saporite come vuole la cucina di montagna.
Locanda Fermata Alpi Graie
Tel: +39 339 825 4669




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