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Immagine del redattorealessandro felis

Il Tarassaco, distinto ristorante in cascina!

Pochi sanno che il tarassaco è quella piantina - marcatamente diuretica - che in Piemonte chiamiamo comunemente ed erroneamente girasole e che offre squisite, croccanti insalate da consumare con uova sode e il cui fiore diventa quel soffione che tutti, da bambini – e anche dopo – abbiamo usato per giocare, magari anche infastidire i malcapitati che stavano in nostra compagnia. I prati del Canavese ne sono ricchi e molti di noi hanno ricordi di famiglie alla ricerca delle preziose foglie nei fine settimana di primavera. Bello usarne il nome per un luogo dove le cose buone devono essere al centro del ritrovarsi con piacere e … gusto.

Siamo in una borgata agricola di Cuceglio, alcuni metri di sterrato ci allontano dalla Provinciale 55 e siamo immersi nel verde tra stalle, serre e coltivazioni in pieno campo. Una villa moderna e una veranda aperta su tutti i suoi lati - asso nella manica di questi tempi - ospita la sala di un vero e proprio ristorante che si discosta dalla nostra idea di agriturismo se non per la provenienza e la genuinità delle materie prime, prodotte in loco o da aziende rigorosamente selezionate del vicinato. Mi verrebbe da descrivere il locale come molto luminoso e semplicemente curato.

La piacevole compagnia di Gabriele Enrico mi fa percorrere, il tempo di un pranzo, le vicende passate e presenti del settore ristorativo, croce e delizia di chi fa il cronista gastronomico da tanti anni, da sempre. Bello parlare con un serio professionista che conosce il mestiere e col quale ci si capisce senza bisogno di tante parole. In sala, Alin abbina discrezione ed efficienza e ci ricorda che anche in campagna, il servizio può, deve essere curato.

Degni di nota i pani a lievitazione naturale. Serviti tiepidi, sono un vero e proprio invito alla trasgressione - divorarli come se non esistesse un domani, pardon, un seguito nel menu - con il tagliere di affettati canavesani tra cui spiccano lo speck alla curcuma, profumati salami e una goduriosa crema di lardo che… portatela via altrimenti la divoro tutto! Il piccolo pinzimonio ci illude e fa sembrare meno gravoso l’apporto calorico. La carne di Fassona si declina in battuta con stracciatella e limone candito o semplice tagliata che mettono in risalto la qualità della materia prima, ineccepibile come quella di tutto quanto degustato. Il giovane Andrea Giai promette bene.

La carta dei vini, ancora in fase di definizione e ampliamento conta solo biologici e biodinamici. Delizioso, strutturato, importante e nel contempo piacevolmente abbinabile all’intero percorso, lo Spumante Metodo Classico Extra Brut di Fontecuore che ci ha accompagnato. Dalla carta si potrà comporre un menu che con 3 o 4 portate viene proposto a 25 o 30 euro.

La Federazione Damanhur, una volta ancora, effettua una scelta vincente che non potrà che crescere nel prossimo futuro.

Il Tarassaco

SP 55, strada agricola per Cascina Dezzutti - Cuceglio (To)




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