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Tea for two and two for kombucha

  • Immagine del redattore: alessandro felis
    alessandro felis
  • 2 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Pochi mesi fa, ero stato a trovare Mihaela nella sua bottega, appena aperta, di Reaglie. Uno scrigno di chicche gastronomiche che vede la titolare impegnata nella proposta di prodotti lontani dalla standardizzazioe imperante e, molti, di piccole realtà artigiane del territorio torinese. Trascinata dalla passione, mi tiene regolarmente informato delle sue scoperte e, a mia volta, non perdo occasione per indicarle qualche indirizzo goloso.


Da giorni, mi chiedeva, di combinare un incontro con due giovanissimi ragazzi, Mélodie e Niccolò, per presentarmeli anzitutto e per farmi assaggiare il frutto della loro passione e delle loro ricerche: una bevanda dal nome kombucha.


Diciamo subito che ne avevo sentito parlare, forse l’avevo anche assaggiata in abbinamento a qualche piatto in un ristorante dove si fanno esperienze - anziché mangiare -. Per la cronaca, si tratta di una bevanda leggermente acida e frizzante, ottenuta dalla fermentazione del tè. Non la classica fermentazione alcolica che conosciamo tutti, ma reazioni chimiche provocate da batteri e lieviti, sempre senza formazione di alcol etilico. Le origini non sono così chiare ma sembra che arrivi dalla lontana Manciuria e che, dall’Estremo Oriente si sia poi diffusa all’Impero Russo.


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Bello il trasporto dei protagonisti di questa nuova avventura, tutti e due studenti all’Università di Scienze Gastronomiche, accomunati dalla passione, assai insolita, per questo tè fermentato che producevano entrambi in modo casalingo. La kombucha li fa incontrare e, come in ogni bella storia, si innamorano. Ora mentre preparano la tesi, manco a dirlo, su questa bevanda, inziano una piccola attività di produzione. In poco tempo raggiungono la cifra, già ragguardevole, di 3000 bottiglie al mese in un laboratorio di una cascina a Moncalieri. Già pensano di raddoppiare. Mélodie  è la portavoce della coppia e racconta il loro percorso, trascinata dall’entusiasmo. Niccolò, più timido, si inserisce solo, nel corso della nostra intervista, per dire che ha sempre amato giocare con il cibo e che si è cimentato in diverse esperienze ma nella kombucha ha trovato la strada giusta.


Chiacchierando, aumenta la confidenza e diventiamo meno formali. I ragazzi tengono a spiegarmi che, contrariamente, a quello che dicono in molti, la kombucha non è poi così lontana dai gusti degli Italiani, semmai è quella prodotta in Italia che è lontana dal gusto della … kombucha.


Loro la producono con frutta fresca: mirtilli, pomplemo e basilico, zenzero e limone, menta piperita e limone, sempre su base di tè verde e nero. E poi, mica, si fermano qui, è in arrivo una novità a base di caffè, con gli scarti degli specalilty coffee. Strizziamo anche l’occhio all’economica circolare!


Che dire Mihaela? Grazie per avermi presentato questa coppia così giovane, così entusiasta, intraprendente e a cui auguro grandi successi, anche commerciali! Non temete, non abbandono il vino, non potrei, ma quest’estate, come dissetante, ecco una bella alternativa ai soliti soft drinks e poi, piuttosto che dealcolizzare il vino (una bestemmia a mio modesto parere), facciamo fermentare il tè per dissetarci.


Stavo per scordarmi, la kombucha di Mélodie e Niccolà si chiamma Melly’s….assaggiatela, merita!


Melly’s Kombucha

Strada Castelvecchio, 37 - Moncalieri (To))

Tel: + 39 339 635 31 66


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