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  • Alessandro Felis

Grandi, grandi, grandi!


Il posto che non ti aspetti, nella zona che non ti aspetti ma che, quando lo scopri, speri di ritrovare sempre, uguale o per lo meno simile in tutti quegli aspetti che ti hanno fatto stare bene. Un’isola che non c’è o che non c’era e che tutti vorremmo che ci fosse, per sempre, come enclave romantica dalle molteplici sfaccettature: giardino, patio e sala interna, da godere a seconda della stagione, della situazione, della compagnia ma sempre percepita come una coccola che ti accompagna appena varcato il cancelletto che si apre nell’universo incantato del giardino degli agrumi. Il mondo di Cesare che con la sua pacatezza, tenerezza, sorriso che condivide con i suoi collaboratori, colpisce e predispone all’esperienza che si vive nelle ore trascorse all’interno di quest’oasi che si apre e propone in modo confidenziale.

Fascinoso il giardino, elegante e calda, la sala principale con il pianoforte e gli arredi dove antico e moderno si amalgamano con naturalezza e creano l’atmosfera. Siamo a casa Grandi! Eleonora, giovane sommelier è ineccepibile e gestisce attenta, efficace ed efficiente la sala. Con estrema dolcezza presenta perfettamente le piccole cantine della bella carta dei vini. Molte etichette francesi, lontane dai sentieri battuti, vini non scontati così come la cucina che si denota, fa rimarcare e porta spiccatamente una firma inconfondibile. Di tendenza sicuramente, innovativa non vi è dubbio ma mai provocatrice, border line, esasperata; semmai intrigante, frutto di ricerca, esperienza e indubbia genialità creativa della fervida mente del padrone di casa.

Gli immancabili amuse-bouche danno il La e subito si capisce che la banalità è bandita. Cesare si destreggia tra goduriosi macaron ai fegatini di pollo, olive all’ascolana “raccolte” da un ulivo bonsai, pomodorini ricomposti e favolosa ricostruzione di un orto sotto campana di vetro. Siamo presi per mano e accompagnati in quella terra di mezzo dove il cuoco e l’artista si confondono.

“In viaggio” è il nome del menu a mano libera e non poteva essere più azzeccato. Un percorso sensoriale che ci porta a vagare attraverso profumi, sapori come la strepitosa ostrica con l’anguria a cubetti che inebria dei sentori del potente bergamotto prima ancora di convincere con la semplice freschezza che ammalia e predispone al proseguimento dell’avventura. L’asparago, ossobuco e gambero, perfetto nella cottura, negli accostamenti è la quintessenza del connubio tra mare e terra, tradizione e innovazione. Un piatto incredibile, imperdibile, da riprovare.

Dessert e piccola pasticceria sono da encomio. Citerò solo l’uovo rotto, la crema gelata e i colori dei fiori che viene presentato e preparato a tavola, opera d’arte dinamica con il commensale, fortunato spettatore/assaggiatore, che, ancora prima dell’esperienza gustativa, partecipa al racconto, minuzioso della sua realizzazione. Anche il guscio è commestibile! Impossibile non lasciarsi rapire.

C’era una volta, così iniziano tutte le favole. C’era una limonaia dove, tra le essenze dell’orto, al lume di una romantica candela, si possono trovare quelle emozioni che troppo spesso latitano nelle tavole visitate! Grazie Cesare, a te e a tutto il tuo staff.

Aperto tutte le sere dal martedì al sabato. La domenica anche a pranzo. Due menu degustazione a 35 e 70 €. Alla carta, siamo sui 60 €, vini esclusi, assolutamente meritati.


La Limonaia

Via Mario Ponzio, 10 -Torino Tel: +39. 011. 70.41.887

www.lalimonaia.org

info@lalimonaia.org




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