Aperto da poco più di un mese, il piccolo elegante locale del centro – ma non troppo – fa già parlare molto di sé. Numerose “soffiate”, di quelle sicure, mi invitavano a recarmici perché ne sarebbe valsa la pena. E così è stato. Dimenticato il caldo opprimente di questi giorni, varco la soglia e l’aria condizionata accoglie e ridà energia e sorriso.
Bello l’ambiente! Una bomboniera di circa venticinque posti curata nei minimi particolari. Paolo Zambon, titolare, ci accoglie e racconta ogni dettaglio dell’arredamento curato dalla compagna Carmen Stefanca, interior designer. Il pavimento in stile veneziano, foriero di ricordi per il padrone di casa originario di Pordenone, la carta da parati dai tenui colori che coccolano e i quadri di Piero Ruggeri: tutto sembra nato per essere accostato e offrire una reale, rinvigorente sensazione di benessere. Mise en place essenziale, minimalista, come si usa oggi, arricchita alla sera da mini abat-jour dalla luce soffusa per creare la giusta intimità. I coltellini da burro targati Laguiole strizzano gli occhi agli intenditori!
La regola del tre è alla base della carta: tre proposte per ogni portata e la garanzia di freschezza del prodotto. La zucchina tonnata in amuse-bouche, croccante come si deve, è delicata e dà il la a un percorso che in musica verrebbe definito “sussurrato” tanto interpretato con moderato rigore, senza inutili eccessi e materie prime giustamente abbinate e cucinate. Dopo il convincente sgombro, asparagi e maionese di capperi, i primi seducono e meritano il plauso: riso, cannolicchi, burrata e mirtilli e spaghetti alla chitarra, fave, taralli e pecorino con la salsiccia di Bra che stacca e delizia. I secondi saranno oggetto di una prossima visita. In chiusura squisite rivisitazioni, senza estremismi, del tiramisù e della piemontesissima pesca con gli amaretti.
Non banale la cantina, ancora in fase di assestamento. Imperdibile per gli amanti delle bollicine, lo Champagne Encry del nostro connazionale Enrico Baldin, conquistatore di vigne in terra straniera. Interessante e non scontata la classificazione delle bottiglie per vitigno. A pranzo: primo, dessert con acqua e caffè a 20 €! Alla sera i prezzi salgono ma saranno soldi spesi bene anche se, sappiamo, il torinese è restio a investire a tavola, specie quando non conosce più di tanto gli attori.
E poi la chicca finale anche se sarebbe il caso di dire il chicco…, il caffè servito dalla Napoletana, in onore di Giovanni Balzo, il giovane chef di origini campane e dal curriculum pesante? Sublime la piccola pasticceria; digestivi e ghiotti i chicchi d’uva sotto spirito che presto saranno sostituiti dalle bacche di corniolo – cornoler –, così a fine pasto viene spiegato l’arcano del nome, anche questo nel cuore del padrone di casa. E la voglia di indugiare, seduti al tavolo è tanta: piccole coccole che fanno bene e che rimarranno impresse.
Friuli e Campania, con una spolverata di tradizione sabauda, il futuro si annuncia roseo per questa giovane e motivata squadra con tutte le carte in regola per sfondare. Amanti del buon cibo, accorrete, parte del futuro della nostra ristorazione potrebbe passare da qui!
Cornoler
Via Bellini 8/c – Torino
Tel: +39.011.192.17.540
www.ristorantecornoler.it – info@ristorantecornoler.it