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  • Immagine del redattorealessandro felis

La cena delle meraviglie?

Il mondo della ristorazione torinese in questi ultimi anni è dinamico come non lo è mai stato. Difficile stare dietro alle novità, ai cambiamenti, alle aperture (e chiusure) ma diciamolo pure, anche ai colpi di scena che diventano oggetto di articoli, scommesse, anticipazioni e riflessioni. Poche settimane fa, anche il Carignano, il ristorante stellato del Grand Hotel Sitea, ha subito uno scossone con un cambio della guardia alla testa della brigata di quelli che pesano. L’arrivo di Davide Scabin è probabilmente, in una scala di rilevanza degli spostamenti al vertice del settore, la notizia dell’anno.


Pochi giorni fa arriva il messaggio di Fabrizio Musso, direttore dell’elegante enclave sabauda da molti anni, e da altrettanti almeno amico, per un invito informale, un tavolo di amici per assaggiare alcuni piatti, per una cena fuori dall’ufficialità e dalle formalità. L’attesa era molta e la sera tanto agognata arriva.


Varcare la soglia di questo palace è sempre una gioia; nessun timore reverenziale per l’ambiente lussuoso, l’accoglienza è la solita, sorridente e rilassata. Divani e poltrone della hall diventano luogo per compattare i cinque commensali che non posso che qualificare con l’espressione “parterre de rois”. Complici del primo contatto: un cocktail preparato dal mitico Beppe Loi con focaccina di foie gras.


Raggiunta l’intima saletta del Carignano, inizia la rappresentazione, perché siamo spettatori e, nel contempo attori di uno spettacolo, di una messa in scena di piatti il cui stesso susseguirsi è un alternarsi di sorprese e di coup de théâtre sottolineati già dagli abbinamenti di vini che scombinano le rigide regole della sommellerie. L’impeccabile servizio capitanato da Nicola Matinata e dalla neo assunta Elisabetta, non scorda si segnalarci che è una cena up and down, con un Barolo di Martinetti a dare il la per poi proseguire con un Bourgogne e poi andare sui bianchi con, tra gli altri, un Fiano del Cilento che crea stupore per chiudere, e qui ritorna la logica, con un suave Sauternes. I piatti sono all’immagine dello chef, una lingua brasata al Barolo con purea di Ratte in prima battuta ci riporta ai sapori sublimi della più pura tradizione, della cucina del territorio per rompere gli schemi con un risotto ostrica, cetriolo e Guinness o l’incredibile storione white and black. Non voglio dire altro sul cibo perché, contaddicendo coloro che pensano che il critico debba commentare tutto quanto degustato, a volte le parole non bastano per restituire le sensazioni provate. Bisogna verificare di persona per capire, venire in questo antro di alchimie per vivere un momento di pure emozioni, stravolgimenti e conferme.


Preferisco soffermarmi su alcune impressioni scaturite da una serata che non può che definirsi unica anche per la condivisione con compagni di avventura che hanno colto il senso di un momento che non voleva essere mera degustazione ma convivio in senso letterale. Le due del mattino arrivano in un batti baleno tanto la conversazione, nel contempo leggera e brillante, a tratti dotta, ha accompagnato cucina e sala per creare quella sinergia, quella convinzione che a fine serata trova tutti unanimi nel lasciarsi interrogandosi “a quando la prossima?”.


Una volta ancora al Sitea i cambiamenti si sono fatti con la sicurezza, la consapevolezza di mantenere alta l’asticella e la garanzia per i clienti, che non possono che diventare amici, che tutti operano per fare stare bene, perché come già diceva Anthelme Brillat -Savarin “invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto”


Carignano - Sitea

Via Carlo Alberto, 35 - Torino

Tel: +39 011 51 70 171





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