Se non ho conosciuto prima questa famiglia di gastronomi, nell’accezione di preparatori di cose buone, la colpa è solo mia che sono passato molte ma molte volte davanti alla vecchia sede pochi metri più in là ma anche a quella nuova nata a settembre 2020, senza mai varcarne la soglia. Sempre nel cuore della Crocetta.
Mea culpa, mea maxima culpa, e peggio per me che non ho assaggiato prima fior di prelibatezze ma soprattutto non ho avuto modo di conforntarmi con dei veri professionisti del settore. Già, oggi bisogna specificarlo perché non è sempre così. Non ve l’ho mai detto che sono stufo di parlare con pletore di personaggi che fanno di tutto nella vita e arrivati a un certo punto della loro esistenza devono riconvertirsi e, manco a dirlo, diventano ristoratori, baristi o comunicatori del mondo del cibo? Già e così sarà fintanto che non si richiederanno titoli di studi adeguati. Il settore alimentare - non fatemi scrivere del food, del wine - è il refugium peccatorum e accoglie tutti! Tanto tutti hanno la passione, le competenze, di sicuro la boria e la presunzione.
E quindi mi sembra un sogno di potere disquisire con Luca Scaiola che definirei il portavoce di famiglia oltre che l’addetto alla gastronomia e alla cantina! Parla del fratello Giacomo, pasticcere e dei genitori Massimo e Alda, brillanti cinquantenni e racconta la loro storia, che da sempre si svolge in cucina. Incredibile c’è ancora qualcuno che calca le scene di questo mestiere con arte e professionalità, con percorso che passa dall’alberghiero e continua con la gavetta, l’esperienza in aziende altrui prima di mettersi in proprio!
Come Obélix con la pozione magica, Luca dice di essere caduto nella marmitta di insalata russa che propone in due versioni: più semplice con maionese all’aceto bianco e imperiale con extravergine di oliva e succo di limone. Gli occhi si illuminano allorché mi descrive la tavolozza che quotidianamente propone il banco ed io, con lo sguardo, scopro il locale che non è banale. Multifunzionale sin dall’aspetto con la cucina a vista, i tavoli, gli sgabelli; lato pasticceria opposto a pasta fresca, salumi e formaggi ma anche caffetteria e bistrot che a pranzo propone piatti da scegliere da un apposito menu dai 10 ai 15 euro, 2 piatti a soli 18 euro.
Giacomo è il complemento del fratello, più introverso anche se non disdegna la chiacchierata, cura la parte dolce della bottega. Formazione internazionale che ha affinato da numerosi maestri del settore, predilige i monodose e strizza l’occhio alla vicina Francia: tarte au citron, macarons… ma non scorda il patrimonio piemontese. Il laboratorio è il suo mondo.
Fascinosa nell’ambientazione, la gastropasticceria abbina elementi rustici e moderni con naturalezza e si presta ai momenti golosi di ogni momento della giornata. Imperdibile l’aperitivo con bignole e altre proposte di pasticceria salata ad accompagnare cocktail e una selezione di vini da fare impallidire molti ristoranti seppur la cantina sia ancora in crescita. Azzeccato il Crémant d’Alsace Bott Geyl Extra Brut e il desiderio di tornare per scoprire altre chicche è sempre più forte. Chiudiamo con un bell’espresso cremoso ed equilibrato monorigine Guatemala Illy.
Evviva i gastro-eno-risto-bistro-pasticceri, quelli veri!!!
GastroPasticceria Scaiola
Via Fratelli Carle, 46 – Torino
Tel: +39 011 59 55 56
https://gastropasticceriascaiola.it/ - scaiola.gastronomia@gmail.com
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