Sorpresa estiva
- alessandro felis

- 14 set
- Tempo di lettura: 2 min
Ero passato davanti a questo locale tante volte, nel cuore di Porta Palazzo, in un’ambientazione che strizza l’occhio a certi quartieri parigini dove si mescolano persone, colori, profumi, sapori, esperienze, culture e atmosfere variegate che ti fanno sentire ovunque e nel contempo, da nessuna parte. La parte più torinese e meno torinese della metropoli, strano da dirsi ma è così.
Forse quel tipo di città in cui Baudelaire diceva di “volere perdersi e ritrovarsi”.
Non sono un fanatico delle zone della movida, dei luoghi modaioli e la mia esperienza in loco si era limitata a una chiacchierata sul vino, le tradizioni, le superstizioni con Confagricoltura Torino, nel bel mezzo della Galleria Umberto I, proprio di fronte al ristorante che ho poi scoperto, da un punto di vista gustativo a fine luglio, prima della chiusura estiva.
Avevo “incontrato” Edoardo in una webinar, ancora con Confagricoltura, sempre sul tema dei vini canavesani e, dopo uno scambio di battute, di considerazioni, si è combinato, pochi giorni dopo, una cena per conoscere questo locale che, specie di sera, affascina a prima vista. Intima e accogliente la sala del piano terra - ne abbiamo una anche al piano superiore - mette subito a proprio agio e ti fa sentire a mille miglia di distanza dal cuore della capitale sabauda. I tavoli del dehors, o meglio sistemati nella Galleria, creano una situazione unica: pranzare o cenare all’esterno senza doversi preoccupare del tempo, della pioggia, della calura, siamo sotto le vetrate che ospitarono il primo nosocomio della città, la prima sede dell'Ospedale Maggiore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Bistrot parigino nell’aspetto, Dume, dal diminutivo del cognome del titolare Edoardo Dumeri, mescola il Piemonte con qualche accento bolognese, in onore al giovanissimo chef, approdato da poco nelle cucine, Jacopo Capelli. Un signore piemontese, pacato e determinato, lontano dagli stereotipi della ristorazione moderna e un ragazzo con le idee chiare, senza la fuffa dileggiante, un capo cucina già molto sabaudo nella presentazione.
Una serata estiva, calda, diventa un bel percorso di cucina con piatti che giocano con la tradizione senza snaturarla, alla stregua del luogo, che deve proporre portate importanti ma anche ricette veloci per un bel momento di evasione. Il flan di topinabour, fonduta di toma e chips croccanti convince per tessitura e leggerezza – uno dei migliori mai assaggiati – e i peperoni con bagnetto verde beneficiano del sedano che alleggerisce il piatto. Se volete tentare l’esperienza della Grissinopoli, optate su quel solo piatto e venite in compagnia per condividerlo. Dessert freschi e originali.
Con il collega, Andrea di Bella, che mi accompagnava, abbiamo concordato che si tratta di una delle più belle esperienze degli ultimi mesi. Cibi e vini senz’altro, ma anche e soprattutto persone vere e non costruite, improvvisate, come spesso si incontrano oggi.
Dume aderisce al percorso Mangè Bin e valorizza i vini piemontesi e torinesi.

Dume
Galleria Umberto I, 10/13 – Torino
Tel: +39 011 18753571



Commenti