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  • Alessandro Felis

Al Boscareto di Serralunga si…Tesse una trama stellata!




Si dice sempre che la Langa – uso il singolare come i Langhetti, quelli nati e cresciuti in questa terra – è bella in qualsiasi stagione e mai come sabato scorso ho avuto modo di costatarlo. La sera di una primavera capricciosa, dopo l’inverno poco inverno, dopo una lieve pioggia, con la luce regalataci dall’ora legale e l’appuntamento a Serralunga per cena.


Le curve si inanellano velocemente, gli scorci di panorama regalano una vista sublime su colline, castelli e, l’onnipresente vite che germoglia: tralci ancora spogli ma con la nuova vita che spunta. Il cielo regala nuvoloni e mille sfumature che vanno dall’inquietante al romantico senza soluzioni di continuità. E la campagna risplende! Come non innamorarsene, come non lasciarsi rapire da vigne, bricchi, sori, storie e leggende che parlano di malora, vignaioli e masche!


Da Grinzane si sale, si attraversa l’abitato di Serralunga e poco dopo, sulla destra, l’imponente struttura moderna si palesa. Ampio posteggio, oggi è di scena La Rei che non amo definire ristorante gastronomico, mi sembra pleonastico, uso gourmet come recita il sito ma tornerò per godere della “semplicità” del bistrot o della locanda piemontese – questa solo nel fine settimana -.


Ampi spazi, architettura design ma calorosa, i colori tenui accolgono con discrezione come il numeroso personale che si muove, veloce, misurato, premuroso, con tatto e professionalità estrema. Il manager Ivan Fammani e il maître Marco Di Norscia presenziano e coordinano l’operato di una brigata giovane ma già collaudata e dai curriculum importanti. La carta dei vini seduce e diventa enciclopedica alla voce Champagne. Lato cucina, questa volta non si sceglie, si opta per il percorso proposto dallo chef. A proposito chi abbiamo ora in cucina? Una vecchia - o meglio giovane ma già di esperienza – conoscenza: Alberto Bai che diventa resident con Fabrizio Tesse che ci ha accolti, supervisore di valore che si dividerà tra il Carignano – Grand Hotel Sitea – di Torino e le colline langarole. Alla testa di GHS Consulting, propaggine di consulenza del Sitea di Torino, ha in Marco Sforza, chef pâtissier, un valido supporto. A sua immagine la proposta: apparentemente defilata, timida, non chiede che di esplodere in sapori, abbinamenti dove la purezza è spesso l’asso della manica come il territorio che si ritrova quando meno te lo aspetti.


Ottime le panisse di ceci bianchi, ceci neri e caponet di alici di lago, un connubio tra Liguria e Piemonte, tra il mare e l’acqua dolce. La rivisitazione della torta pasqualina strizza ancora l’occhio al Mediterraneo e rompe gli indugi: ricerca, realizzazione e conoscenza delle materie prime, un piatto da encomio. Ma siamo solo all’inizio e i cappellacci di grano arso ripieni di coniglio grigio di Carmagnola su base di bouillabaisse ammaliano. Non potrò più dire che nei canoni della cucina classica carne e pesce insieme erano banditi o meglio lo dirò ma sottolineando che anche le regole devono essere infrante. La bouillabaisse a mo’ di bisque? Chiudo gli occhi e sento la parlata provenzale, il sapore di iodio, la salsedine sulle labbra, i giocatori di Pétanque, il Mistral che soffia e una voce interna che mi dice: ma quanto è buona? E poi la variazione sul capretto che profuma di queste colline, a Pasqua. Il predessert regala una buona cheesecake – di solito non le amo – con noci e arancia, prima di un altro momento di intesa emozione: il bonet, altro dolce che non mi fa proprio impazzire, sapientemente rivisitato diventa il mio dessert dell’anno!!! Caffè guatemalteco, crema Gianduja, salsa al cioccolato, mandorla di Noto, ma non solo, apparentemente tante cose, in realtà “tanta roba”: equilibrato ma con le varie componenti che si smarcano senza prevalere, assolutamente godurioso.


Se mi ascoltate, per quanto sia sacrilego, quasi impossibile da fare: non vi buttate sul pane di lievito madre e il burro d’Isigny, sono una tentazione cui è difficile non soccombere ma lasciate un po’ di spazio per godervi ogni piatto, ogni istante di un momento memorabile. Un grande applauso. Raggiungere tali livelli, a pochi giorni dell’insediamento ai fornelli, significa essere grandissimi professionisti.


Si chiude – per questa volta – con la scoperta delle camere, del bistrot, della spa, della terrazza letteralmente in mezzo ai filari dove alla prossima visita, tempo permettendo, vivremo all’ora della locanda piemontese con i piatti della nostra storia. La Rei, tranne nel fine settimana, apre solo a cena. Due degustazioni a 80 e 110 €. A 90 €: l’anatra in tre servizi: variazione sul tema che ci riporta alla grande tradizione in cucina e sala.

La Rei – Boscareto Resort Via Roddino, 21

Serralunga d’Alba (Cn) Tel: +39. 0173.61.30.36

www.ilboscaretorsort.it – info@ilboscaretoresort.it

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