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  • Immagine del redattorealessandro felis

Bōl non è un panino!

In francese, nel linguaggio familiare, “avoir du bol” significa essere fortunati e lo sono stato la scorsa settimana rispondendo all’invito fattomi da Davide Panero un po’ di tempo addietro. Ovviamente, come sempre - e chiunque mi conosca sa che è vero - non ero andato a vedere il sito del locale che nasce in pieno centro che più centro non si può. Perché non andare a vedere cosa succede sul web? Primo perché per la mia generazione non è un riflesso condizionato e poi proprio perché mi piace, come una volta, scoprire dal vivo senza avere già visto il tutto in precedenza; bello scoprire in presa diretta. Non sono mai stato a New York ma penso che dovessi andarci non sarei per nulla sorpreso, mi sembra di conoscere ogni strada, ogni hôtel di lusso, piazza, dai film che negli anni ho visto e rivisto. Non ho citato la Grande Mela a caso perché l’idea che mi ero fatto del locale era di una sorta di paninoteca, fast food all’italiana, dispensatrice di bocconcini mordi e fuggi. Ma non è affatto così: leggete, leggete!

A mia grande sorpresa e fortuna – ci siamo finalmente arrivati – Bōl nome del locale e della sostanza - un po’ come caffè – non è un panino, né tantomeno un hamburger diciamo piuttosto il frutto di uno studio approfondito di Davide e i suoi soci: Armando e Gianluca in primis, che abituati alla consulenza d’impresa per franchising hanno creato un loro marchio, uno stile di locale azzeccato, nuovo, moderno e nel contempo accogliente, col colore verde anzi green – dice molte più cose – che domina. Sin dal logo si capisce la mole di lavoro di ricerca, la ō non è imprestata da qualche alfabeto nordico bensì semplicemente sovrastata da un coperchio, stilizzazione di quello che chiude il contenitore di pane che è alla base di tutto il progetto. Ecco l’ho detto, una ciotola, una sorta di piccolo panettone gastronomico svuotato della mollica - che viene utilizzata per impanature e altre preparazioni in cucina -, ideato da Pier Maurizio Massa Micon, panificatore di Corio nelle Valli di Lanzo. Croccante all’esterno, morbido, ideale recipiente per svariate ricette, accostamenti, materie prime tradizionali o comunque sfiziose e che, in nessun caso, dovrà rimanere nel piatto, tanto è buono! Molte sono le declinazioni: l’imperdibile amor (tadella), la vellutata di zucca, crème fraîche e bacon croccante, il polpo e patate e pesto fresco… Deliziosi i mini bōl anzi le bōline, poco più che un boccone - notevoli quelle tonno e carciofini e salmone, avocado e salsa di Soja - che vengono proposte anche in versione dolce per gli impenitenti golosi. La selezione delle bevande, specie alla voce vini, è ancora ristretta ma crescerà e chissà che non si delinei una carta delle bol…licine!

Un’idea fresca, frizzante, simpatica e il cui successo già testimonia di quanto sia azzeccata. Enrica, sorella di Davide in sala e il suo compagno – un altro Davide – tornato dalla Gran Bretagna appositamente per gestire la cucina di questo format che si demarca dalla standardizzazione che spesso colpisce il settore della ristorazione, completano questo team che sicuramente farà parlare di sé a Torino con novità sempre in agguato. Chissà, per i prossimi mesi, che cosa bōl in pentola?

Bōl

Via San Francesco da Paola 4 b – Torino

https://bol.house/ – torino@bol.house




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