I casi della vita non finiscono mai di stupirmi e Torino riserva sempre piacevoli sorprese, anche se in questo caso specifico, la città non c’entra o per lo meno non direttamente. In estrema sintesi, mi ritrovo, la scorsa settimana, a visitare per due sere consecutive due locali adiacenti, come se la proposta gastronomica cittadina fosse concentrata in pochi metri: il Koi Japanese Fusion restaurant e la pizzeria Starita. Frequento il locale etnico da parecchi anni ma non ero mai stato nel tempio della città del Vesuvio.
Inizio con questa seconda esperienza che è stata una immersione, il tempo di una cena, nella filosofia napoletana nel locale torinese della famiglia Starita. Tutto inizia a Napoli nel 1901 nello storico rione Materdei; oggi, a portare avanti l'attività di famiglia ci sono Antonio, insieme ai figli Giuseppe e Filomena, rappresentano la quarta generazione e hanno portato il brand fuori dai confini europei: a Bangonk ha appena aperto un nuovo locale oltre ai quattro presenti in Italia. L’ambiente è moderno, informale, giovane; legata alla tradizione la proposta culinaria anche se alcune pizze, come la Marinara, si ritrovano anche come variazioni sul tema classico. E così la Marinara Starita è rossa, con pomodoro, aglio, origano, datterino, pecorino romano e pepe, gustosa e leggera. Squisita la Montanara: pizza stesa e fritta, farcita con un intenso sugo di pomodoro, provola affumicata, pecorino romano e basilico fresco. Mi piace la definizione fornita da Antonio Starita della tonda specialità che porta il nome di Napoli nel mondo: “Un disco di pasta che coinvolge i cinque sensi, un piatto semplice da creare nuovo ogni giorno. La pizza è qualcosa in cui credere, da assaporare, da vivere.” E l’esperienza è stata vissuta appieno.
Si era iniziato con gli Angioletti - bastoncini di pizza fritti ripieni di Provolone del Monaco Dop - che in chiusura di cena sono stati ulteriormente ingolositi con una pennellata di Nutella, in alternativa si possono chiedere con la crema di pistacchio. La birra artigianale Kbirr, partenopea, ça va sans dire, declinata in chiara e rossa ha accompagnato la serata che a pochi minuti dal Caval ‘d brons ci ha fatti sentire di fronte alla baia di Napoli. Pioveva ma dentro di noi splendeva “O sole mio”.
La sera prima ero stato dagli amici Leo e Valentina Hu, titolari del Koi, a fianco di Starita, per una serata organizzata dal Gambero Rosso con il Consorzio di Tutela del Franciacorta. I padroni di casa dell’elegante enclave asiatica proponevano per l’occasione alcuni loro classici e alcuni piatti studiati per l’occasione come la goduriosa tartelette croccante con noce di capasanta, foie gras marinato al miso e lamponi. Sempre graditissimo l’uramaki special fusion che integra la proposta piemontese con salsiccia di Bra, robiola e profumo di tartufo bianco. Pur essendo in carta, non mi era mai successo di assaggiare gli ottimi spaghetti di grano saraceno con bisque di gambero rosso. Un piatto leggero, saporito che inserirò sicuramente in una delle prossime visite al Koi, nome peraltro affascinante che nell’idioma nipponico indica un pesce, una carpa per l’esattezza, ma significa anche amore.
Quattro spumanti accompagnavano il percorso evidenziando le diverse tipologie del Metodo Classico bresciano. Blanc de blancs, pas dosé, millesimato, rosé e saten, bollicine per tutti i gusti e un matrimonio tra due culture molto distanti tra di loro ma accomunate dalla voglia di stupire e lavorare con serietà e rigore. Un’integrazione non forzata che dal punto di vista delle sensazioni sensoriali ha fornito sublimi risultati.
Napoli, Torino, Brescia, Tokyo, in pochi passi, difficile desiderare di più.
Starita
Via XX settembre, 36 -Torino
Tel: +39 011 1923 4019
Koi Japanese Fusion Restaurant Via Secondo Frola 4 - Torino Tel: +39.011 54 39 57 https://ristorantekoi.it/ – info@ristorantekoi.it
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